S.O.S. Cucciolo: 7 Domande per una Base Sicura (parte 2)

comunicazione condotta cucciolo educazione Feb 15, 2022

Continua la nostra esplorazione dei problemi comuni legati all'arrivo di un cucciolo! Nella prima parte dell'articolo abbiamo affrontato domande sulla pipì in casa, il morso, e le prime esplorazioni del mondo 😊 qui vediamo tre altri dubbi frequenti su condotta, socializzazione ed obbedienza. Buona lettura!


 
5.
Il mio cucciolo tira al guinzaglio! Quanto tempo serve prima che impari a camminare per bene?

Ahi ahi ahi… l’agognata e temuta condotta al guinzaglio! In principio così facile e nella pratica fonte di infinite ‘discussioni’ e malintesi tra uomo e cane (e io ne so qualcosa! Con il mio primo cucciolo ho sbagliato tutto ciò che si poteva sbagliare, dando ascolto purtroppo anche ad istruttori… antiquati! ☹).

Per lo scopo di questo articolo, qui solo alcuni punti cardine:

Camminare al guinzaglio è una delle cose meno naturali in assoluto che chiediamo al nostro cane! È un comportamento importantissimo per la convivenza quotidiana e per questo fai bene ad iniziare a lavorarci da subito. Ma ti prego, munisciti di pazienza infinita ed abbassa le tue aspettative – è normale che il lavoro di condotta necessiti di mesi di esercizi mirati, per dare una chance al tuo cane di imparare ad orientarsi verso di te con gioia e sicurezza 😊

È ora di uscire, e stai pensando di mettere il guinzaglio al cucciolo e camminare fino quell’aiuola 200m più avanti per farlo giocare? Abbandona l’idea. Le prime settimane di esercizi di condotta si svolgono in casa o in giardino (o in un altro luogo senza pericoli e distrazioni), lavorando sulla comunicazione del linguaggio corporeo (il nostro linguaggio!), sul rinforzo dell’attenzione spontanea (del cucciolo verso di noi), e su una serie di piccoli esercizi di condotta mirati a porre le basi di una comunicazione chiara e coerente tra te e il cane.

La buona notizia: la condotta al guinzaglio non è necessaria per poter iniziare a scoprire il mondo assieme! 😊 Mentre lavoriamo passo passo alla condotta, possiamo e dobbiamo portare fuori il cucciolo più volte al giorno per offrirgli passeggiate rilassanti ed intense avventure. Le uscite a questa età sono in genere molto brevi (circa 5 minuti per ogni mese di vita è una buona regola di base) e mirate alla socializzazione (= esplorare il mondo) e formazione del rapporto (= far vedere al cucciolo che noi siamo guida e protezione, quasi supereroi direi 😉, in grado di mostrare cose straordinarie, trovare sempre la via di casa, e proteggere da ogni pericolo).


Fino ai circa 5 mesi di vita il cucciolo ha l’istinto naturale di restare accanto al branco, perché da questo dipende la sua sopravvivenza. Anche senza guinzaglio in questa fase il piccolo resterà nelle nostre vicinanze e ci seguirà quando ci spostiamo. Questo istinto ci torna molto utile per portare il piccolo a passeggio (in luoghi privi di pericoli!) anche se la condotta ancora non funziona, e per allenare l’altro segnale di base dell’educazione di ogni cane: il richiamo. 😊 Un piccolo giro in campagna, dove il piccolo può correre libero e noi abbiamo la possibilità di giocare, scoprire e lavorare assieme è un’ottima possibilità per un’uscita di successo. Inserire esercizi di condotta nel mezzo della passeggiata è una buona idea, ma solo 1-2 minuti, per poi lasciare di nuovo il cucciolo libero di muoversi.

Attenzione! Il fatto che ora il piccolo ci segua non vuol dire che il nostro richiamo sia stabile, ma solo che il nostro cane non è ancora diventato adolescente! 😊 Non appena la fase dell’adolescenza ha inizio (a partire dai 6-7 mesi) il giovane cane inizierà ad allontanarsi sempre di più, seguendo il suo istinto naturale di scoprire il mondo… da solo! Questo è un motivo in più per utilizzare i primi mesi per la costruzione di un segnale di richiamo forte, mentre lavoriamo dietro le quinte e con tutta tranquillità alla condotta al guinzaglio 😊

Quali esercizi sono utili per una condotta al guinzaglio impeccabile sarà tema di un intero corso nell’accademia online di AnimaTeam. Per il momento qui sopra a inizio pagina un piccolo esempio di una breve sessione di condotta in giardino: con un guinzaglio di 1,5-2m, attrai il cucciolo con la voce e invitalo con il gesto a camminare al tuo fianco. Non appena il piccolo inizia a muoversi nella tua direzione (1-2 passi sono sufficienti!), lodalo e premialo. Ripeti cambiando direzione.

6.
Il mio cucciolo non ha ancora completato il ciclo vaccinale, sarà meglio tenerlo in casa?

Ti prego, no!

Tra le 8 e le 16-18 settimane di vita il cucciolo attraversa la cosiddetta fase della ‘socializzazione’. Tutto ciò che impara a conoscere in modo positivo e senza paura in questo periodo, diverrà ‘normale’ per il cane adulto.

Tenendo il cucciolo in casa fino le 12 settimane rischiamo di perdere la chance unica di crescere un cane sicuro di sé e in grado di attraversare il mondo senza paura. Un cane che non accumula abbastanza informazioni ed esperienze in questa fase sensibile, rischia di divenire un adulto con problemi comportamentali di ansia, paura e aggressività.

È giusto prestare attenzione fino quando il ciclo vaccinale non è completo – evita ad esempio aree cani o altri luoghi particolarmente affollati. Ma assicurati che il cucciolo possa conoscere ed interagire con altri cuccioli e cani adulti (cani che conosci e sai che sono vaccinati e sani, oppure iscriviti ad una classe di socializzazione in una scuola cinofila, dove i cuccioli vengono controllati e raggruppati per età). 

Ma ti prego non tenere il piccolo in casa! Portalo fuori con te per piccole uscite, fagli conoscere (senza stress e senza forzare!) tutto ciò che in futuro sarà parte della sua quotidianità: persone con cappelli, impermeabile, od ombrello, cani di diversi colori, forme e grandezze, auto, bus, treno, idrante, trattore, cavalli, pecore, stazione, città, ufficio, etc. etc. Cosa rientra nel ‘quotidiano’ dipenderà dal contesto nel quale vivete: più varietà di oggetti e situazioni il cucciolo impara a conoscere, e meno paura avrà in futuro del “nuovo” e dell’“ignoto”.

Anche qui, vale la regola della giusta dose: tante piccole uscite, ma brevi, e dando al cucciolo il tempo e la distanza necessarie per osservare ed interagire con il mondo senza spaventarsi.

Portare il cucciolo in braccio in una strada di periferia del paese, metterlo a terra vicino a noi e lasciarlo annusare il marciapiede ed osservare la strada trafficata in lontananza. Lodare e premiare quando resta tranquillo o quando si volta a guardarci. E riprenderlo in braccio dopo pochi minuti per tornare a casa. Piccole uscite, ma di grande effetto per la mente del cucciolo al nostro fianco.

7.
Il mio cucciolo ‘non mi ascolta’!

L’ennesimo “no” e il cucciolo continua a scavare nel giardino, un “lascia” deciso e lui si allontana da noi tenendo stretta in bocca la schifezza raccolta per terra, un amichevole “vieni” e il piccolo ci ignora… quanta pazienza ci vuole con i cuccioli!

E quanta pazienza serve al cucciolo con noi!

Come scusa? 😐 Eh sì, lavorando con un cucciolo troppo spesso ci dimentichiamo che un “no”, “lascia” o “vieni” non ha alcun significato per il cane, fin quando noi non gli insegniamo l’azione associata a queste parole. Ci dimentichiamo che dietro le azioni del cucciolo vi è più che semplice obbedienza o disobbedienza, vi sono motivazioni, emozioni, e complessi processi di sviluppo fisiologico e neurologico. Troppo spesso concentriamo l’attenzione su ciò che il cucciolo ancora non sa fare, e dimentichiamo quanti incredibili progressi ha compiuto in pochi giorni. Mentre con noi stessi tendiamo ad essere generosi, sorvolando sui nostri errori di comunicazione, sulla mancanza di coerenza di azioni e decisioni, sul timing non preciso di un segnale.

Troppo spesso ci dimentichiamo che noi non siamo i soli ad impegnarci giorno dopo giorno per farci capire e per comprendere i bisogni altrui. La comunicazione tra animali di specie diverse funziona solamente se si è pronti a compromessi, a trovarsi nel mezzo.

Il nostro cucciolo si impegna continuamente a comprendere il nostro linguaggio umano, i nostri desideri e motivazioni. Sta a noi fare lo stesso, informandoci ed impegnandoci per imparare a leggere il suo linguaggio, fatto di segnali sottili e silenziosi – che noi umani caotici e rumorosi troppo spesso manchiamo di cogliere. E sta a noi cercare di migliorarci ogni giorno, per imparare a comunicare con il nostro cane in modo chiaro e coerente, per stabilire obiettivi realistici, e per avvicinarci ogni giorno di più a quell’ideale di supereroe, di guida saggia e protettore infallibile che il nostro cucciolo vede in noi. Certamente non raggiungeremo mai quell’ideale, faremo errori, deluderemo aspettative. Ma per fortuna, il nostro cucciolo avrà pazienza, e sarà pronto ogni giorno a darci una nuova chance per crescere assieme.