Collare o Pettorina? Miti e Fatti #2: Il Collare facilita Comunicazione e Condotta

Feb 22, 2022

La settimana passata ho aperto nel Blog il tema ‘Collare o Pettorina’ per lanciare una discussione volta a portare chiarezza su questa domanda tanto importante quanto controversa. Nel primo articolo – che puoi leggere cliccando qui – abbiamo analizzato quanto di vero vi sia nell’affermazione che la pettorina induca il cane a tirare di più.

La conclusione, basata su uno studio recente svoltosi in Australia, è che non vi sono indizi che la pettorina stimoli il cane a tirare di più in passeggiata, ma è vero che, se e quando il cane decide di tirare, la pettorina gli permette di esercitare una forza maggiore e di mantenere la trazione più a lungo. Questo è da tenere in considerazione nella scelta dello strumento di conduzione, soprattutto se si porta a passeggio un cane di taglia medio-grande.

Anche interessante è stato notare che nello studio analizzato nel primo articolo, quando assicurati alla pettorina, i cani tendevano ad orientarsi più spesso verso l’umano presente nella stanza, suggerendo che la pettorina permetteva al cane di rimanere più recettivo alla comunicazione con il suo conduttore in un momento di stress.

 

 

Nell’articolo di oggi vorrei prendere in considerazione un secondo argomento che viene molto spesso utilizzato da addestratori per difendere l’uso del collare, ossia che il collare permette al conduttore di comunicare in modo più diretto con il proprio cane facilitando l’educazione e la condotta al guinzaglio.

L’idea dietro questo argomento è che il collare mi permette di utilizzare il guinzaglio come strumento di comunicazione: ogni impulso dato al guinzaglio viene trasmesso direttamente al collo del cane e per segnalare al cane quando rallentare, fermarsi, o cambiare direzione, o per correggerlo se decide di tirare o lanciarsi in avanti.

Al contrario, con la pettorina il guinzaglio è fissato di regola sulla schiena, tra le scapole, e gli impulsi dati dal conduttore vengono distribuiti sull’intera superficie della pettorina, rendendo la comunicazione più indiretta e difficile. Su questa base alcuni addestratori arrivano ad affermare che senza un collare è impossibile educare il cane a non tirare, proprio perché questa forma di comunicazione viene a mancare.

Cosa c’è di vero in tutto ciò?

A livello di ricerca scientifica sono riuscita purtroppo a trovare poco o nulla al riguardo ed è difficile immaginare come poter disegnare uno studio che testi empiricamente questa ipotesi (se hai un’idea postala in un commento qui sotto! 😊) …  

Se è vero che il collare permette una migliore comunicazione e di seguito una migliore condotta al guinzaglio, allora ci aspetteremmo di osservare – ad esempio – meno tensione al guinzaglio, meno stress e più segnali di orientamento e comunicazione tra uomo e cane quando il cane è condotto al collare. Al momento non vi è però letteratura che supporti questa ipotesi (o almeno io non l’ho trovata – suggerimenti sono benvenuti nei commenti a fondo pagina!).  

Due studi di Grainger e colleghi (2016, UK) e Zilocchi e Parisi (2020, Università di Pisa) hanno esaminato i segnali di stress inviati da cani che passeggiavano al guinzaglio indossando pettorina o collare. Entrambi gli studi concludono che non vi era nessuna differenza significativa a favore dell’uno o l’altro strumento di conduzione.

D’altro canto, diversi studi suggeriscono la complessità del camminare al guinzaglio morbido, evidenziando come questo comportamento sia legato ad una molteplicità di fattori, inclusi il genere (maschile/femminile) del cane, lo stile di comunicazione (vocale o gestuale) e gli anni di esperienza del conduttore con altri cani, nonché la personalità del conduttore, l’atteggiamento più o meno autorevole o autoritario nei confronti del cane, e la capacità di predire e comprendere gli impulsi e le motivazioni naturali del compagno canino. In tutti questi studi lo strumento fisico di conduzione – pettorina o collare che sia – resta in secondo piano.

Importante – ma non particolarmente sorprendente – è notare che l’utilizzo di metodi correttivi come bruschi impulsi al guinzaglio, e in generale un atteggiamento dominante e autoritario nei confronti del cane, viene associato in queste ricerche con maggiori segnali di stress, maggiore tensione al guinzaglio, nonché minore orientamento del cane verso il suo partner umano.

E quindi?

I risultati di studi empirici ad oggi non danno alcun supporto all’ipotesi che il collare permetta una migliore comunicazione e condotta durante la passeggiata. Il fatto che non vi siano prove a favore di questa ipotesi ovviamente non significa che non vi sia del vero! Molti addestratori utilizzano ogni giorno tecniche basate su impulsi del guinzaglio per insegnare al cane la condotta, ed è pensabile che il collare in quel caso permetta di trasmettere tali impulsi in modo più diretto.

Personalmente non ho mai avuto la sensazione che la pettorina rendesse più difficile comunicare con il mio cane, e certamente non ritengo che la pettorina sia di ostacolo nell’insegnare al cane a camminare al guinzaglio morbido. La domanda per me centrale in questa discussione è: per quale motivo ho bisogno di usare impulsi del guinzaglio per educare il cane a camminare al mio fianco?

 

 

L’affermazione che il collare faciliti la comunicazione si basa sul presupposto che per insegnare una buona condotta sia necessario utilizzare impulsi del guinzaglio per indicare al cane la direzione in cui si vuole procedere, quando ci si vuole fermare, quando si riparte, etc. Troppo spesso purtroppo questa tecnica di addestramento finisce con l’utilizzare anche impulsi correttivi, utilizzando piccoli e brevi (o anche non tanto piccoli e brevi) strattoni per correggere il cane quando inizia a tirare.

Queste tecniche di addestramento sono a mio parere (e grazie al cielo anche a parere di sempre più educatori cinofili) obsolete, poco efficienti e in molti casi nocive. L’obiettivo finale nella condotta è avere un cane che cammina volentieri al mio fianco e che di sua iniziativa segue i miei movimenti. Quando utilizzo impulsi (o strattoni) del guinzaglio di fatto il mio cane impara che starmi vicino è spiacevole (per la maggior parte dei cani gli impulsi sono fastidiosi o addirittura dolorosi). Che questo lo motivi in futuro a seguirmi allegramente è per me poco comprensibile. E ancor meno necessario.

L’alternativa esiste, ed è di costruire la condotta al guinzaglio morbido sulla base di un rapporto di fiducia e rispetto, attraverso una serie di esercizi mirati ad insegnare al cane ad orientarsi spontaneamente verso di noi, e a leggere il nostro linguaggio corporeo.

Nel video a capopagina un piccolo esempio: una breve sequenza di condotta assieme a Vina. Vina conosce oramai i miei segnali anche lievi e segue la direzione del mio corpo e i leggeri spostamenti di peso che le indicano quando sto per cambiare direzione.

Vina ha imparato in modo positivo, privo di stress e correzioni, che quando camminiamo al piede è suo compito fare attenzione ai miei segnali e che in generale orientarsi verso di me e stare al mio fianco è una cosa buona. Quando questo tipo di orientamento funziona non vi è alcuna necessità di utilizzare il guinzaglio per dire al cane cosa fare o non fare: il cane seguirà la direzione ed i movimenti del nostro corpo.

E cosa succede quando il cane decide di gettarsi in avanti verso un altro cane, un gatto o un passante?

 

 

In quel caso la pettorina può essere di svantaggio – abbiamo visto che il cane riesce a tirare con più forza – ma allo stesso tempo anche di vantaggio, e questo per tre motivi:

  1. Studi suggeriscono che con la pettorina il cane sia in grado di restare più ‘lucido’ e aperto alla comunicazione con l’umano (vedi l’articolo precedente);
  2. Quando un cane si lancia in avanti, il collare tende a tirare la testa del cane verso l’alto, rendendo il cane più “minaccioso” dalla prospettiva dell’altro cane e dunque rischiando di intensificare il conflitto;
  3. La pettorina, se dotata di manico sulla schiena, permette una presa più solida, rendendo più facile controllare il cane e tirarlo via dalla situazione.

Concludendo: non vi sono studi che supportano l’ipotesi che il collare migliori la comunicazione tra cane e conduttore. L’affermazione che impulsi dati attraverso il guinzaglio siano importanti o addirittura necessari per l’educazione del cane è quanto mai discutibile: una buona condotta si basa su educazione, rispetto, e rapporto, e non è dipendente dallo strumento di conduzione utilizzato.  

La scelta tra collare o pettorina è dunque da questo punto di vista irrilevante: con entrambi gli strumenti è possibile allenare la condotta e la comunicazione in modo solido e positivo. Vi sono però altre ipotesi da prendere in considerazione nella scelta tra i due strumenti, in particolare, negli ultimi anni sono stati sollevati dubbi sulle conseguenze che un collare o una pettorina possono avere a livello di salute fisica.

Nelle prossime due settimane andremo ad osservare da vicino queste ipotesi, iniziando dall’affermazione che il collare sia nocivo per la salute del cane.

Nel frattempo, mi piacerebbe sapere di più sulla tua esperienza: quale tecniche hai usato per educare il tuo cane a camminare al guinzaglio? Cosa ha funzionato e cosa no? E quale è la tua esperienza sull’utilizzo di impulsi al guinzaglio – con collare o pettorina – ai fini della comunicazione? 

Alla prossima settimana!

Elena & Vina
- AnimaTeam -